RENZI VA TROPPO DI FRETTA E SCORDA A CASA GLI SLIP E PANTALONI "DISORSO AL SENATO A PENE DI FUORI"
ROMA – Giacca, cravatta, mocassini e il batacchio bello in vista;
così si è presentato ieri mattina Matteo Renzi al Senato. Il Presidente
del Consiglio ha sempre esaltato la propria velocità come arma per
battere la crisi economica, portare fuori l’Italia dalla palude e
sconfiggere la fame nel mondo, ma stavolta l’eccessivo dinamismo ha
giocato un brutto tiro al Premier rottamatore.
Renzi si era alzato di buon mattino, in vista di un importante
appuntamento a Palazzo Madama, nel quale avrebbe dovuto illustrare i
recenti successi del suo governo: incremento dello 0,003
nell’esportazione di barbabietole, diminuzione del tasso di
disoccupazione nella fascia tra i 12 e i 14 anni e nuovi rapporti
commerciali con l’Uzbekistan, per un giro d’affari stimato attorno ai 14
euro. Dopo una velocissima colazione e una doccia lampo, il leader del
Pd si è vestito in tutta fretta, mentre ripassava a mente le parti
salienti dell’imminente intervento: “Non è con le parole che si fanno i
discorsi”. “L’Italia ha bisogno di correre, non importa verso dove, se
vuole contare ancora in questo pazzo, pazzo mondo”. “Lavarsi i denti 3
volte al giorno è una buona abitudine”. Così il Premier si è distratto,
dimenticando di indossare mutande e pantaloni, ed è uscito di casa come
un razzo, prima che sua moglie Agnese potesse avvertirlo che gli si
vedeva la vera faccia. Anche il portinaio ha tentato di far notare la
cosa, ma Renzi lo ha interrotto subito dicendo che non c’era tempo da
perdere, che l’Italia deve ripartire in fretta, ed è schizzato dentro il
taxi.
Giunto al Senato nessuno tra suoi collaboratori ha osato commentare i
vestiti nuovi dell’imperatore, ma appena entrato in aula gli onorevoli,
specie quelli dell’opposizione, lo hanno accolto prima con muto
stupore, poi con una salva di urla e fischi. Il Premier, accortosi
finalmente della incresciosa situazione, non si è però perduto d’animo, e
l’ha subito ribaltata a suo favore, con le abituali ardite metafore:
“Chi mi critica per il pene di fuori vuole la mia fava immobile, stretta
dalle mutande della vecchia politica, incapace di ondeggiare libera nel
mercato globale. Vuole impedire al mio cazzo di crescere e mostrare al
mondo le migliori qualità dell’Italia. Ma non mi fermeranno, sono qui
per fare riprendere a correre l’Italia a pene di fuori, attraverso le
ormai inderogabili riforme che i cittadini ci chiedono. A partire da una
radicale revisione della legge sugli atti osceni in luogo pubblico”.
A quel punto dalle fila del Pd sono partiti scroscianti applausi, il Sottosegretario Delrio si è subito levato pantaloni e mutande offrendoli a capo chino al suo padrone, la minoranza dem, per bocca di Fassina, fa notare entusiasta che: “Il pene di Renzi pende inequivocabilmente a sinistra”, e i fedelissimi del leader hanno esibito una lunga schiera di chiappe nude, porgendole fieramente verso l’emiciclo.
A quel punto dalle fila del Pd sono partiti scroscianti applausi, il Sottosegretario Delrio si è subito levato pantaloni e mutande offrendoli a capo chino al suo padrone, la minoranza dem, per bocca di Fassina, fa notare entusiasta che: “Il pene di Renzi pende inequivocabilmente a sinistra”, e i fedelissimi del leader hanno esibito una lunga schiera di chiappe nude, porgendole fieramente verso l’emiciclo.