martedì 10 settembre 2013

SCAMBIO DI ALBUM FOTOGRAFICI DI MATRIMONIO!!! "SCOPERTI DOPO 40 ANNI"

SCAMBIO DI ALBUM FOTOGRAFICI DI MATRIMONIO!!!    "SCOPERTI DOPO 40 ANNI" 

NAPOLI – Triste scoperta per i coniugi Concetta ed Antonio Morello che, in occasione del loro 40° anniversario di matrimonio, avevano organizzato festeggiamenti in grande stile. Certi di fare sorpresa gradita, i figli avevano provveduto alla proiezione delle foto del loro matrimonio. Lacrime di commozione per entrambi, finché il padre della ‘sposa’ è balzato in piedi gridando: “Quello non sono io!”. Tutti pensavano al consueto attacco di arteriosclerosi, ma l’anziano insisteva: “E quella bagascia sembra mia moglie, ma non lo è!”.
Guardando con attenzione le foto e il filmino, anche i figli e i parenti hanno dovuto ammettere che, sì, quello non era il loro album di famiglia. La festa è stata sospesa. La signora Concetta, in lacrime e in evidente stato di shock, negava l’evidenza: “Ricordo benissimo il giorno più bello della mia vita. La chiesa, le foto a piazza Plebiscito, le foto al parco Virgiliano, il ristorante a Posillipo. Com’è possibile che quella nell’abito bianco non sia io?”
Il marito e alcuni parenti hanno infine rintracciato il fotografo e lo hanno costretto ad ammettere, non proprio con le buone, che c’è stato uno scambio di album: “Vi giuro che non sono in grado di risalire alla coppia che possiede i vostri ricordi” sarebbero state le sue ultime parole. Pertanto lanciamo un appello ai nostri lettori: se il vostro matrimonio ricorda quello sopra descritto, controllate bene le foto, potreste avere in casa l’album dei coniugi Morello.

CROLLO DI ADESIONI::: "IL KU KLUX KALAN APRE AD ALTRE ETINIE"

CROLLO DI ADESIONI:::   "IL KU KLUX KALAN APRE AD ALTRE ETINIE" 

USA – Butch Mandelasson è una di quelle presenze rassicuranti con cui passeresti volentieri una domenica con una birra in mano, a cuocere carne sul barbecue. Certo, se non sei un negro. Perché Butch è niente meno che il presidente della più prestigiosa sezione del Ku Klux Klan di tutti gli Stati Uniti, quella di Polaski, in Tennessee, dove il movimento nacque nel 1865, mutuando il nome dalla parola greca κύκiλος (“kukilos”), cioè “la cerchia di quelli con l’uccello piccolo”.
“Noi del Klan non abbiamo mai fatto differenze di casta, ceto o religione”, mi racconta Butch, “Non importava se tu fossi un assassino battista o un rapinatore presbiteriano, un usuraio metodista o un banchiere pentecostale: sotto i nostri cappucci eravamo tutti uguali, tutti impegnati a difendere i puri valori democratici e le libertà sacrosante che hanno reso grande l’America, come quella di prendere un negro, immergerlo nella pece e cospargerlo di piume, dopo averlo fustigato per bene”.
Ma i tempi sono cambiati, i giovani ragazzi bianchi si mettono a suonare blues e jazz e a cantare il rap, vanno a vedere i film con Vin Diesel e Denzel Washington, qualcuno di loro addirittura si masturba sulle foto di Rihanna e Beyoncé  (e qualcuno anche su quelle di Vin Diesel e Denzel Washington) e per Butch è diventato difficile riuscire a mettere insieme un cospicuo manipolo di minacciosi incappucciati per dare vita a una spedizione punitiva: “Una sera ci siamo spinti in periferia. Alla partenza eravamo già solo una cinquantina, man mano che entravamo nei quartieri negri rimanevamo sempre meno e giunti a destinazione ci siamo contati, eravamo in 8. Prima che ci circondassero abbiamo finto di esserci sbagliati e di credere che fosse Halloween; era giugno, non l’hanno bevuta. Non c’è più la vocazione, ecco il problema”.
A nulla è servito allargare la partecipazione anche alle donne: “Un disastro”, commenta il vicepresidente Skip Mobutusson, ” si arrivava ai linciaggi sempre in ritardo, quando ormai il negretto era bell’e scappato. Avevi un bel dire alle signore che non serviva a niente truccarsi se tanto poi ci si copriva il volto, ma quelle non sentivano ragioni. Per tacere di tutti quei cappucci a fiori che volevano farci indossare. Una volta un muso nero non abbiamo fatto in tempo a linciarlo: era schiattato prima dalle risate”.
Occorreva dunque nuova linfa per il KKK per cui, non senza accese discussioni, si è deciso di accettare anche iscrizioni da parte di componenti di altre etnie. Il primo è stato il portoricano Rico Gonzales: “Non mi sembrava vero. Potevo andare anch’io in giro a linciare qualcuno: finalmente potevo sentirmi un vero americano!” Poi è stata la volta di nuovi adepti di origine asiatica, nord-africana e, dopo qualche resistenza, anche medio-orientale. “Bisogna mettere da parte l’odio che ci divide, la guerra in Iraq l’abbiamo vinta da almeno 10 anni, no?”, commenta Mandelasson.
L’iniziativa ha avuto un tale successo che il movimento non esclude per il futuro l’ammissione di adepti afro-americani: “Un negro nel Klan, che ci sarebbe di strano?”, chiosa Butch, “Abbiamo perfino un presidente negro. Noi guardiamo sempre avanti, è questa la nostra forza, la forza dell’America!”



VUOLE CHIAMARE L'AMBULANZA MA IL TELEFONO!! MA IL TELEFONO E' OCCUPATO DA UN'OFFERTA PER L'ADSL"

VUOLE CHIAMARE L'AMBULANZA MA IL TELEFONO!!  MA IL TELEFONO E' OCCUPATO DA UN'OFFERTA PER L'ADSL" 

Posillipo Basso – Enzo Gorlomi, pensionato settantenne vedovo, da mesi è tartassato da continue chiamate per offerte di risparmiosissime connessioni ad internet ed irripetibili promozioni per il cellulare. Ogni dipendente di call center di ogni compagnia telefonica di origine italica ha avuto il piacere di parlare con lo sventurato Enzo, che da tempo immemore non riesce a contattare la figlia che abita a Torino. Ogni dipendente, sì, tranne uno, Antonio “Tonio” Margheriti, venticinquenne fresco fresco di laurea in odontoiatria, che avrebbe contattato il disgraziato vecchio verso le dieci di sera, mentre ad Enzo, che malamente si trascinava verso l’apparecchio telefonico, era appena preso un attacco di cuore.
“Pronto - ha rantolato Enzo – chi cazzo è?” “Buonasera, la chiamiamo per una rinunciabilissima offerta che sappiamo già lei rispedirà al mittente, ma nonostante questo i miei colleghi mia hanno detto che lei è un tipo simpatico e così, siccome è il mio primo giorno di lavoro, ho deciso di romperle i coglioni alle dieci di sera!” “Non è il momento… credo di avere un infarto…” ha sospirato l’anziano. “Ahah, questa è buona! Mi avevano detto che si sarebbe smarcato con qualcosa del genere! La mia prima telefonata ed è già uno spasso, vero signor Enzo?… Signor Enzo?…”.
Enzo è stato soccorso dalla figlia di Torino, fortunatamente era scesa al paese per chiedergli dei soldi a causa dei debiti di gioco del marito, e ora non risulta in pericolo di vita, certo, almeno fino a quando non sarà tornato a casa. Tonio, nel frattempo, si è dimesso dopo la sciagurata avventura; profondamente colpito dall’accaduto si è ripromesso di non disturbare più nessun anziano, rinchiudendosi in una disperata ricerca della fede che l’ha alla fine condotto ad aderire ai Testimoni di Geova.

NESSUNO BALLA IL BALLO DI SAN VITO AL CONCERTO ? "VINICIO CAPOSSELA TENTA IL SUICIDIO"

NESSUNO BALLA IL BALLO DI SAN VITO AL CONCERTO ? "VINICIO CAPOSSELA TENTA IL SUICIDIO" 

SCICLI- Erano anni che il cantautore di origini irpine chiudeva i suoi concerti con questa celebre tarantella, scatenando un vero e proprio delirio di danze e saltelli come da normale sintomatologia del disordine da shock acustico. E la città siciliana aveva sempre accolto l’artista con un calore riservato a pochissimi altri, tanto da convincerlo a rischiare di tornarci ogni volta. Ma stavolta l’atmosfera finale non ha retto all’escalation di emozioni, lasciando di stucco Capossela, che si è trovato di fronte ad una platea immobile e pensierosa. Il cantautore, in preda a un raptus, ha tentato di togliersi la vita conficcandosi nello stomaco un corno della sua maschera da minotauro, ma fortunatamente l’oggetto non era abbastanza affilato. Adesso l’artista si è ripreso dallo shock e sta bene, ma ha annunciato che d’ora in poi chiuderà i suoi concerti con la canzone ‘Le Pleiadi’.

MARCO TRAVAGLIO AGGREDITO!!! "DA UNO SCIAME DI POST IT"

MARCO TRAVAGLIO AGGREDITO!!!    "DA UNO SCIAME DI POST IT" 

ROMA – Attimi di panico nella redazione de ‘Il Fatto Quotidiano’, quando uno sciame di post-it, circa una 50ina, tutti di colore, hanno travolto il noto giornalista Marco Travaglio ferendolo al viso ed al corpo con lesioni guaribili in 12 giorni. Secondo una prima ricostruzione, Antonio Padellaro, che è solito approfittare degli uffici dei colleghi assenti per le sue emissioni gassose, avrebbe prima emesso una flatulenza – complice una carbonara vivace – dal sentore di circo con gli animali nell’ufficio di Travaglio, per poi spalancare di corsa la finestra quando lo ha visto arrivare: una fortissima folata di vento ha raggiunto il cronista appena rientrato al lavoro dopo il delicato intervento di ricostruzione dei polpastrelli in fibra di titanio cui si era dovuto sottoporre.
Infatti, a causa della sua febbrile attività di scrittore, Travaglio si era totalmente consumato le falangi riducendosi a scrivere con i metacarpi e con una camera d’aria da bici che gli stringeva i tendini della mano come Kirk Hammeth dei Metallica. E con la condanna a 4 anni del Bunganiere la situazione era degenerata nel sadomasochismo, rendendo necessario un intervento chirurgico che gli ha restituito completamente le funzionalità giornalistiche, con l’unico inconveniente che ora può lavarsi le mani solo con la bio-washball.
Al suo ritorno in redazione, oltre ai gas di Padellaro, si erano accumulati sul monitor del suo pc decine e decine di post-it contenenti avvisi di colleghi, auguri di pronta guarigione, pizzini da decodificare, aggiornamenti sulle querele ricevute, le frasi più autoindulgenti di Bondi e le più belle poesie di Scanzi. Ma a causa dell’uraganica ventata , i post-it si sono staccati e scagliati con tutta la forza del branco sul viso e sul corpo del giornalista, che si è difeso come ha potuto. Ricoverato d’urgenza in evidente stato di shock, è stato dimesso in serata solo dopo che l’infermiere di turno ha pulito sprezzante con un fazzoletto la lettiga dov’era seduto.

lunedì 9 settembre 2013

IL TAR DEL LAZIO: TORNI LA MONARCHIA? "EMANUELE FILIBERTO RE D'ITALIA"

IL TAR DEL LAZIO: TORNI LA MONARCHIA?   "EMANUELE FILIBERTO RE D'ITALIA" 

ROMA – Clamorosa decisione del Tar del Lazio: in Italia deve tornare la monarchia perché i risultati del referendum furono falsati.
Durante i lavori di manutenzione ordinaria del Quirinale un operaio della ditta sub-sub-appaltatrice, Lino Marte, ha inavvertitamente fatto crollare un intonaco che nascondeva due grandi casse. Il titolare dell’azienda, Camillo Cavallo Carrozza, imprenditore ma anche storico dilettante e fondatore del MONA (Monarchici per l’Onore della Nazione e dell’Aristocrazia), ha immediatamente convocato i tecnici dei Beni Culturali. L’apertura dei forzieri ha lasciato tutti senza parole: contenevano schede elettorali risalenti al referendum monarchia/repubblica del 1946, per l’esattezza 2 milioni e 805 schede recanti il voto per la monarchia.
Il Cavallo Carrozza ha presentato senza indugio un ricorso al Tar del Lazio per chiedere il riconteggio dei voti. Mentre ancora si ignora chi abbia occultato le casse, i periti del Tribunale hanno stabilito che le schede rinvenute sono da considerarsi valide, quindi la monarchia risulta vincitrice per 666 voti di scarto. I Savoia pertanto non solo hanno diritto di veder interrotto il loro esilio, ma anche di riprendersi la corona.
Il prossimo Re d’Italia sarà Emanuele Filiberto, che ha appreso la notizia durante la registrazione della nuova stagione de “Il Principiante”. Sua maestà in quella puntata stava lavorando in un circo. Mentre spalava escrementi d’elefante, è stato avvisato dell’investitura e sopraffatto dall’emozione è scivolato, è finito sommerso dalle feci dei pachidermi mentre urlava “Sarò REEEEEEEEEEEEEE!!!!”.
In queste ore Emanuele Filiberto sta lavorando febbrilmente all’organizzazione del nuovo Regno d’Italia. Il Cavallo Carrozza avrà un posto di rilievo nelle istituzioni monarchiche per premiare il suo impegno in favore dei Savoia. La carica di Primo Ministro invece non dovrebbe sfuggire a una famiglia buona per tutte le stagioni. Il favorito per il ruolo di premier è infatti Aimone Fernando Letta, un altro nipote di Gianni, esponente di spicco dell’ala monarchica della famiglia, fino ad oggi rimasta nell’ombra ma che ora finalmente può godersi il meritato momento di gloria.

SCIENZA CIOCCOLATO!!!? PASTASCIUTTA? "A FAR INGRASSARE SONO BUGIE E GELOSIA"

SCIENZA CIOCCOLATO!!!? PASTASCIUTTA?     "A FAR INGRASSARE SONO BUGIE E GELOSIA" 

Dici bugie? Sei geloso? Hai ottime possibilità di ingrassare, dicono due recenti studi. Secondo un team di scienziati dell’Università di Creta guidati dal Dr. Eubulides, lo stress provocato dal mentire fa aumentare la secrezione di pseudomina che, oltre ad accentuare la sensazione di fame, rallenterebbe il metabolismo, incrementando anche del 20%-30% l’assorbimento di grassi e zuccheri.
La comunità scientifica appare però ancora restia a fidarsi del Dr. Eubulides, il che è strano, considerando la lapalissiana chiarezza dei dati. A tutti i soggetti presi in esame è stato infatti chiesto di affermare: “Non sto mangiando, anzi sono a dieta ferrea!”, ma l’aumento ponderale è stato riscontrato solo in quelli che mentivano e si nutrivano al fast-food, e non in quelli che dicevano la verità, nutrendosi solo di lattuga scondita e acqua.
Anche la gelosia è poco salutare: i ricercatori della Moor University di Venice hanno isolato nei soggetti fortemente gelosi e possessivi un enzima denominato cloropsidin-otellasi, in grado di causare un incremento dell’appetito ed una maggiore efficienza dell’organismo nell’assorbire energia dal cibo. La ricerca induce quindi a capovolgere un consolidato punto di vista: non si ingrassa per aver cercato conforto nei frappè al cioccolato e negli hamburger giganti, ma per gelosia. Il trasformarsi in tremolanti pachidermi ed essere quindi prontamente traditi dal partner è solo un’ironica conseguenza.
Resta da vedere come le due scoperte incideranno sul comportamento femminile, particolarmente sensibile all’argomento “peso corporeo”. In effetti, dato che il terrore della bilancia occupa, nella mente femminile, uno spazio secondo solo a quello dedicato alle scarpe, la diffusione di questi risultati potrebbe portare alla scomparsa della donna occidentale così come la conosciamo.

LEI TRATTA MALE IL SUO CANE E LUI LA!!! "ABBANDONA IN AUTOSTRADA"

LEI TRATTA MALE IL SUO CANE E LUI LA!!!   "ABBANDONA IN AUTOSTRADA" 

Camposecco – Dopo mesi di maltrattamenti verso il povero carlino Emiliano, alla fine non ce l’ha più fatta. Mario Girotti (39 anni), ha così abbandonato la sua (ora ex) fidanzata su una piazzola dell’autostrada poco fuori Roma, con la scusa di farla scendere per portarla a fare i bisognini. Carla Pedersoli (29 anni) si è trovata drammaticamente spaesata, rischiando più volte di essere investita nel tentativo di attraversare la carreggiata. La sua presenza è stata quindi segnalata da un gruppo di giovani che aveva evitato a malapena di falciarla e le autorità si sono immediatamente mobilitate, riuscendo, seppur con fatica, a sedarla e gettarla nel retro del loro furgoncino. Riavutasi, ha immediatamente chiesto di poter denunciare Mario, accusandolo di averla abbandonata.
“Emiliano non parla – si sarebbe giustificato lui con i carabinieri – ma la parola è l’unica cosa che gli manca. E’ un carlino dolcissimo, coccoloso e veramente tranquillo. Potrebbe addormentarsi sotto il vostro cappello senza che nemmeno ve ne accorgiate. Lei, però, continuava a maltrattarlo, non gli dava da mangiare, lo scalciava via quando le faceva le feste, lo insultava. Io non ho più retto. Da una parte mi dispiaceva, era veramente utile come ragazza da tartufo, ma gestirla era ormai diventato impossibile e quando mi ha chiesto di abbandonarlo per andare in vacanza più liberi, non ho avuto dubbi ed ho abbandonato lei”.
La comunità animalista è comunque rapidamente insorta, chiedendo che qualche anima buona si mettesse la mano sul cuore e prendesse in affidamento la povera Carla. In poche ore centinaia di famiglie si sarebbero dette felici di poter accogliere la ragazza in casa loro, dando a questa storia, forse, un insperato lieto fine.

IL BAYERN VUOLE GUAPEROZZI!!! "BOMBER NELLA TRIBBIANESE"

IL BAYERN VUOLE GUAPEROZZI!!!     "BOMBER NELLA TRIBBIANESE" 

Monaco – Gli osservatori del Bayern di Monaco avrebbero messo gli occhi su Carmine Guaperozzi (37 anni), attaccante della Tribbianese. Nella scorsa stagione il bomber ha realizzato 24 gol, decisivi per la promozione in eccellenza UISP della formazione toscana. Grande senso del gol e potente colpo di testa, queste le doti principali di Guaperozzi, per troppo tempo ignorato dai top club nostrani. La squadra tedesca però, vista la cessione della punta Mario Gomez, vuol correre ai ripari con un acquisto dal rendimento sicuro. Sin dal suo eclatante esordio a 20 anni nella formazione di calcio a 5 ‘Omini de panza’, nel campionato CSI locale, la punta ha mostrato grandi doti fisiche. Durante la sua carriera gira un po’ tutta la provincia di Grosseto, militando in squadre di eccellenza e promozione come il Castel Infingardo, la Sudiciume e il Ponte a Punta. La trattativa col Bayern potrebbe chiudersi per 20 mila euro netti a stagione, con il prezzo del cartellino che oscilla dai 200 ai 500 euro. Carmine, di professione muratore, lascerà stucco e cazzuola per inseguire il sogno della vita: giocare con l’Italia i prossimi mondiali in Brasile.

domenica 8 settembre 2013

OBAMA RINUNCIA L'ATTACCO IN SIRIA DOPO AVER ASCOLTATO!!! "IL MIO NOME E MAI PIÙ"

OBAMA RINUNCIA L'ATTACCO IN SIRIA DOPO AVER ASCOLTATO!!! "IL MIO NOME E MAI PIÙ"  

WASHINGTON – Tutto sembrava pronto per l’intervento americano in Siria dopo che Barack Obama, nonostante i tweet del Papa, aveva chiesto al Congresso di dare al più presto il via libera definitivo per il bombardamento dello stato mediorientale. Alle 19 di ieri, però, la clamorosa notizia: l’attacco è stato fermato.
Il presidente USA ha convocato una conferenza stampa alla Casa Bianca per spiegare le ragioni di questa improvvisa marcia indietro: “Stavo tirando i dadi per stabilire dove sganciare il primo Tomahawk, quando mi è caduto l’occhio su un vecchio video italiano su YouTube dal titolo ‘Il mio nome è mai più’. Incuriosito da quelle immagini così forti, ho subito chiamato un interprete per capirne le parole e ho realizzato che stavamo sbagliando tutto”.
Il brano in questione è quello del progetto LigaJovaPelù, jam session composta da Ligabue, Jovanotti e Piero Pelù. ‘Il mio nome è mai più’ uscì nel 1999, contro la guerra in Kosovo, e finì in testa alla classifica di quell’anno (il singolo, non la guerra).
“Inizierei un nuovo conflitto solo per rivedere all’opera quel magico trio,” -ha proseguito Obama- “ma le loro parole mi hanno aperto gli occhi. Quando quel Jovanotti canta: ‘E voglio i nomi di chi ha mentito/di chi ha parlato di una guerra giusta/io non le lancio più le vostre sante bombe/bombe, bombe, bombe, BOMBE!’, mi sono sentito chiamato in causa direttamente, e ho subito mandato un sms a Netanyahu dicendogli che non è con la forza che si risolvono i conflitti”.
Il presidente esprime anche rammarico per il fatto che il suo predecessore non abbia invece ascoltato quel brano prima delle guerre in Afghanistan e in Iraq: “Il dramma di Jovanotti aviatore che sgancia bombe su civili inermi ha toccato il cuore di tutti, tanto che a nome dell’intero Paese possiamo finalmente dire anche noi: ‘L’America è mai più’”.
Obama ha poi annunciato un incontro con il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon per definire i particolari della dismissione totale di ogni tipo di armamenti, per esprimere piena soddisfazione per il ritorno di Pelù nei Litfiba e per formare una cover band dei Vernice.

L'ERBA DEL VICINO E' SEMPRE LA PIÙ VERDE! "GIARDINIERE LEGHISTA SI TOGLIE LA VITA"

L'ERBA DEL VICINO E' SEMPRE LA PIÙ VERDE! "GIARDINIERE LEGHISTA SI TOGLIE LA VITA" 

PADOVA – E’ stato un atto estremo quello compiuto da Filippo Negrin, padovano leghista di 51 anni e giardiniere da oltre 20, che Giovedì scorso ha deciso di togliersi la vita per la disperazione.
I familiari l’hanno ritrovato riverso a terra, sul verde prato di casa sua, morto a seguito dell’ingestione di un grosso quantitativo di vernice verde, usata in precedenza nel goffo tentativo di colorare il manto erboso della villa di un suo cliente.
Il giardiniere, secondo quanto raccolto dagli inquirenti, soffriva del cosiddetto “complottismo paragonoide”, una rara forma di depressione che porta chi ne soffre a comparare ossessivamente i propri oggetti con quelli del vicino di casa, i propri soldi con quelli di chiunque viva ad una latitudine inferiore e il proprio pene con quello degli extracomunitari. “Era paranoico” -conferma la moglie, distrutta dal dolore “Lavorava dodici ore al giorno per riuscire ad ottenere un colore migliore di quello là, ma a quanto pare il giardino che ossessivamente provava a curare era stato colpito da un terribile fungo. Di sicuro non è un parassita nostro, -prosegue la vedova- viene dall’est, ne sono certa. Portato da qualche zingaro”. Sotto accusa Gongolo e Dotto, i nani da giardino della casa adiacente, colpevoli, secondo fonti attendibili, di aver portato dal loro paese il terribile parassita che ha indotto il signor Negrin a liberarci dalla sua vita.

NON RUBA LE SAPONETTE IN ALBERGO "CHIESTI DANNI PER 17 MILIONI DI STERLINE"

NON RUBA LE SAPONETTE IN ALBERGO    "CHIESTI DANNI PER 17 MILIONI DI STERLINE" 

Londra – Incredibile avventura quella capitata al ragionier Alvise Pauperacci, impiegato da trentacinque anni presso la Tappococcolato snc, società leader nel settore dei sottotappi in gomma. In seguito a una vertiginosa catena di acquisizioni la Tappococcolato è divenuta parte del gruppo multinazionale HappyCap e il Pauperacci si è trovato così a partecipare al suo primo management meeting internazionale, presso l’albergo Four Seasons di Canary Wharf, nella parte orientale della capitale britannica.
Lasciando la stanza dove ha trascorso la notte precedente la data della riunione, l’incauto ragioniere non ha però operato la rituale incetta di saponette e bottigliette de L’Occitane. Solo inn serata la direzione dell’albergo ha notato l’anomalia ma ha sùbito messo in mora la società di auditing KPMG, accusandoli di scarsa accuratezza nei forecast. La notizia è trapelata rapidamente e per entrambe le società il tonfo in borsa è stato inevitabile. I due colossi, rispettivamente dell’industria alberghiera e dei servizi alle aziende, stavano per partire con reciproche cause multimilionarie, quando l’avvocato Laid Vulture ha trovato l’escamotage vincente cioè allearsi e chiedere tutti i danni a chi ha innescato la tragedia: il ragionier Pauperacci.
Facile immaginare lo stupore dello stimato contabile vedendosi notificare il procedimento legale, depositato presso il foro competente di Grand Cayman. “Pensavo che prendere un accappatoio e due paia di babbucce da camera fosse sufficiente”, ha dichiarato il Pauperacci, “del resto se il brand scelto da quegli affittacamere fosse stato il solito che compro al Very Hard Discount non avrei avuto dubbi, ma chi vuole mettersi sulla pelle prodotti di dubbia provenienza?”
La prima udienza è fissata per il quattordici settembre e non mancheremo si seguirne gli sviluppi.
Da registrare, intanto, la dura la reazione dell’amministratore delegato di HappyCap, Happy Crap: “Passi che questo ragioniere non parli inglese e non abbia mai sentito parlare di imposte, e ci può stare, ma non appropriarsi delle saponette è un passo inaccettabile per una azienda del nostro standing: per non rovinare ulteriormente la nostra immagine ieri sera abbiamo intanto licenziato centoquarantadue persone delle Risorse Umane”.

DOPO LAMPEDUSA PAPA FRANCESCO! "VISITA LE FABBRICHE APPLE IN CINA"

DOPO LAMPEDUSA PAPA FRANCESCO!    "VISITA LE FABBRICHE APPLE IN CINA" 

POSTO IN CUI C’E’ LA FABBRICA APPLE, CINA – E’ un Papa sempre più umile quello che ha voluto salutare i bambini cinesi che fabbricano i famosissimi iPhone e tutti gli altri prodotti Apple venduti in tutto il mondo. Il Sommo Pontefice – come ama definirsi nella sua immensa umiltà – sarebbe entrato nella fabbrica, un open space immenso con condizioni igieniche così precarie da sporcargli il suo Santo Abito Talare.
Mentre era in fabbrica, il Papa avrebbe abbracciato i bambini e li avrebbe baciati sulla testa – anche se erano tanto, ma tanto, luridi, lui, umile, non si è fermato di fronte a nulla. “Sapete, io uso spesso il vostro iPhone per telefonare a chiunque. Grazie!” ha detto Bergoglio cominciando il suo discorso di saluto. Poi ha rivolto un accorato appello ai lavoratori aizzandoli a non accettare le leggi del Dio Denaro. I bambini – emozionati e commossi dalla visita del Papa, spinti dalle sue parole e dalla sua vicinanza, convinti che del buono possa esistere perché un uomo importante come il Papa non aveva avuto timore a baciare e ad abbracciare degli esseri ormai ingobbiti dalle estenuanti 18 ore di lavoro quotidiane – si sono dunque uniti in sciopero. La Apple ha subito teso l’orecchio verso gli scioperanti e cercato di capire i problemi dei lavoratori, che ormai erano diventati ex lavoratori perché sostituiti da altri piccoli bambini che hanno avuto la sfortuna di non conoscere Papa Bergoglio nel tempo che la Apple ha impiegato a tendere l’orecchio.
Il Papa ha manifestato il suo appoggio in favore di questa manifestazione ripartendo alla volta del Vaticano e i vescovi, che erano come ringiovaniti fra quelle mura, sono tornati ad essere nuovamente vecchi.
Con il lavoro perduto, i bambini sono pure stati buttati in strada dalle rispettive famiglie, che per la loro condizione di miseria non possono permettersi di avere in carico un pasto in più al giorno. Spesso, infatti, questi bambini scappano dai loro territori in cerca di migliori condizioni di vita all’estero. In Italia, per esempio, paese in cui c’è una folta comunità cinese che, grazie all’immensa bontà che il Papa esercita spesso nel territorio, grazie alle chiese e ai milioni di cattolici praticanti e non, viene discriminata al pari delle altre comunità estere.
Come nel caso di Lampedusa, la visita del Papa alle fabbriche della Apple è stata meta delle visite dei ministri Lupi e Mauro che, quasi in coro, hanno detto “non possiamo permetterci che altri casi di sfruttamento del lavoro minorile si ripetano, dobbiamo essere sensibili e combattere contro ogni forma di abuso su minore, sia di natura sessuale che di natura lavorativa… però è anche vero che gli iPhone spaccano di brutto e costerebbero molto di più con una manodopera non sfruttata.

PAUL GIAMATTI INTERPRETERÀ!!! "VITO NEL PRIMO FILM SUL M5S"

PAUL GIAMATTI INTERPRETERÀ!!!     "VITO NEL PRIMO FILM SUL M5S" 

ROMA- Il noto regista cambogiamericano Paul Pot ha scelto, sarà Paul Giamatti ad interpretare il bisteccaminoso Vito Crimi nel docu-film prodotto da History Channel intitolato Come nasce un vaffanculo che racconta la storia del Movimento che ha spaccato l’Italia.
L’esperto regista (L’uomo che sussurrava alla gente con l’Amplifon, Sky-HDCP: Autentificazione Fallita e Non aprite quella porta che ho mangiato la soppressata) non ha avuto dubbi ad assegnare il ruolo al talentuoso Paul Giamatti, indimenticabile in Sideways nei panni di Miles nella scena in cui litiga furiosamente col suo amico perché si ostinava ad ordinare vino della casa nei ristoranti.
Giamatti, in conferenza stampa, si è detto entusiasta del ruolo e, da gran professionista, ha già spaccato il navigatore e strappato il TuttoCittà per calarsi completamente nel personaggio ed ha confessato: “La parte piu’ difficile è stato mangiare in mensa vicino a Cicchitto”.  Il cast si profila ricchissimo di stelle del cinema, Bryan Cranston nel ruolo di Casaleggio, un Border Collie nel ruolo di Grillo mentre Sean Penn interpreterà la Lombardi. Sibillino sulla trama il regista:   "Informatevi cribbio"