lunedì 4 gennaio 2016

“Necessaria la nostra presenza in zone di guerra”: nasce Omeopati Senza Frontiere

“Necessaria la nostra presenza in zone di guerra”: nasce Omeopati Senza Frontiere 



MOSUL – Il popolo siriano da una settimana ha un motivo in più per essere felice: esattamente sette giorni fa l’associazione “Omeopati Senza Frontiere” ha aperto il primo ospedale da campo omeopatico a Mosul, una delle zone di guerra più sanguinose del pianeta. Gente misera, disgraziata, perseguitata – in una sola parola puzzoni – che nella propria esistenza non avrebbe mai e poi mai potuto permettersi le cure miliardarie degli omeopati, grazie alla nuova struttura potranno godere delle gioie della pulsatilla e della maggiorana quando sono a un passo dallo schiattare. “Con questa iniziativa, l’omeopatia viene finalmente incontro a questi straccioni della peggior specie e cerca di salvarli dalla fine che meriterebbero di fare. Perché anche i medici omeopati hanno un cuore, sebbene diluito in 199 parti di banconote da 500 euro” ha spiegato l’omeopata ereditario Ernest Duball, artefice di questa brillante operazione-simpatia.
Per chi avesse dei dubbi, la posizione di Duball nei confronti della medicina tradizionale è netta: “Rifiuto in blocco tutta la medicina cosiddetta tradizionale, che cura esclusivamente gli interessi di Big Pharma, organizzazione terroristica che ci fa concorrenza. Proviamo sdegno verso la penicillina, gli antivirali, l’aspirina, gli antistaminici. Mi fanno schifo pure le scarpe ortopediche e le panciere del dottor Gibaud” afferma l’uomo.
Sebbene di gran moda, sono però forse pochi a conoscere le meraviglie dell’omeopatia, che è riuscita a fare autentici miracoli curando persone che versavano in situazioni disperate, nelle favole e nei film. Quali saranno i metodi della nuova clinica omeopatica? Un po’ raccogliendo informazioni, un po’ assistendo ad alcuni ricoveri ma soprattutto inventando di sana pianta, siamo in grado di descrivere qualche protocollo di emergenza. Se un soldato, per esempio, arriva nell’ospedale di OSF crivellato di colpi, gli viene somministrato subito un preparato composto da un granello di piombo diluito in 99 parti di acqua. “Se poi la persona riuscisse a ricordare, che so, di essere stata trafitta dalle pallottole di un plotone di duecento persone, il principio di similitudine del nostro fondatore Hahnemann ci dice esattamente cosa fare: sottoporla al fuoco di un centesimo di 200, ossia due, fucilieri. Sicuramente questo aiuterà il suo organismo a reagire e si riprenderà in pochissimo tempo” spiega Duball “Abbiamo percentuali di successo lusinghiere, anche per infermità estremamente gravi. Per esempio, se arriva da noi qualcuno affetto da morte, con i nostri rimedi dopo due ore è stazionario. Non abbiamo bisogno di pubblicazioni scientifiche, per noi parlano i risultati”.
OSF mira a portare nei principali teatri bellici del mondo i moderni ritrovati della scientificissima omeopatia con cui vengono affrontate anche situazioni al limite come le mutilazioni subìte da persone che perdono un arto sulle temibili mine anti-uomo: “In quei casi, prendiamo delle miccette esplosive, le accendiamo, poi le gettiamo ai piedi del malcapitato e corriamo a nasconderci. Non sapete le risate – il paziente sta subito meglio, la ferita smette di sanguinare, il moncherino riprende colorito, il piede lentamente si riforma. In alcuni casi il paziente entra addirittura nella squadra primavera del Barcellona” garantisce Duball. “Non solo, pensiamo anche a quelli che vittime di guerra non sono. Per esempio le donne incinte che non possono tenere il bambino. Spesso queste troie abortiscono in modi indecenti, disumani. Noi curiamo la gravidanza sempre seguendo il principio similia similibus curantur: facciamo bere un bicchiere d’acqua con una goccia di sperma e il gioco è fatto”.
E se non dovesse subito funzionare il rimedio omeopatico, si agisce sulla dinamizzazione. “Spesso può accadere che il farmaco diluito che andiamo a somministrare non sia stato abbastanza succusso… ah, pardon, dimentico di parlare con dei deficienti: la succussione è quella tecnica che consiste nell’agitare il composto diluito, per aumentarne l’efficacia. Se il rimedio omeopatico che abbiamo fatto tracannare non funziona, può darsi che non sia stato agitato abbastanza: in questo caso prendiamo il paziente e lo shakeriamo con immensa violenza per tre ore, tre ore e mezza. Lo sbattiamo in ogni direzione possibile e se non dovesse bastare, lo si scaraventa direttamente in lavatrice a fare la centrifuga coi calzini e non ci pensiamo più. Questa tecnica funziona particolarmente bene con gli aborti”.
Si tratta di tecniche emergenziali ampiamente comprovate e sviluppate grazie ai circa 300 milioni di pazienti nel mondo che si affidano all’omeopatia. Sono sempre più numerosi infatti i pazienti obiettori della medicina non alternativa che quando arrivano in uno squallido Pronto Soccorso comune pretendono di essere affidati agli omeopati. “Posso confermare - spiega il dottor Carlo Erba, direttore sanitario di un importante nosocomio milanese - all’inizio, in Pronto Soccorso pensavamo che il motivo per cui chiedevano cure omeopatiche fosse legato al fatto che avessero la testa sfasciata, ma poi abbiamo capito che erano proprio coglioni”.

Nessun commento:

Posta un commento