Indetto il primo sciopero generale dei furbi, Italia a rischio paralisi
Roma – l’Italia potrebbe assistere allo sciopero
più grande della sua storia. È quella, infatti, la data scelta per il
primo sciopero nazionale dei furbi. A scatenare la loro ira è stata la
dichiarazione di Matteo Renzi “È finito il tempo dei furbi”, da molti
intesa come una vera e propria mancanza di rispetto verso chi il nostro
Paese l’ha costruito e mandato avanti. “Siamo stufi di essere additati
come la causa dei problemi del Paese. Il premier si accorgerà che siamo
la soluzione, e che senza di noi l’Italia non si muove”, ha tuonato il
portavoce dei furbi, Alfio Badile, 44 anni, di professione falso
invalido. Il signor Badile è erede di una lunga tradizione furbesca: suo
padre era un evasore totale, il padre di suo padre rubò per anni la
corrente al suo vicino di casa e il padre del padre di suo padre era
Stefano Ricucci. Con una storia simile alle spalle non poteva che essere
lui a lanciare l’idea della mobilitazione, idea che nel giro di poche
ore ha raccolto il consenso e l’adesione di numerose associazioni di
categoria. Tra le centinaia che incroceranno le braccia vale la pena
ricordare l’Unione Parcheggianti nei Posti Disabili col Tagliando del
Nonno, la Nazionale olimpica di salto della fila e l’Associazione
Riscossori Pensioni Genitori Defunti. Queste associazioni e molte altre
sfileranno per le strade di Roma il 19 gennaio: il corteo, guidato dai
falsi ciechi, potrà attraversare tutta la città grazie alle
autorizzazioni siglate da un falsario in grado di imitare alla
perfezione la firma del Questore.
Intanto, vista l’altissima adesione, migliaia di aziende e uffici
hanno annunciato che il giorno dello sciopero resteranno chiusi. La
scelta sembra assolutamente sensata: infatti, senza quelli che saltano i
tornelli in metropolitana, quelli che non pagano il biglietto del
treno, quelli che viaggiano sulla corsia d’emergenza, quelli che al
semaforo si mettono in fila per girare ma quando scatta il verde vanno
dritti, quelli che timbrano per 40 colleghi, quelli che passano davanti a
tutti in posta perché non possono arrivare in ritardo e tutti gli
altri, si prevede che quel giorno in Italia lavoreranno circa 15
persone.
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