PALETNOLOGI SCOPRONO L'ANELLO MANCANTE TRA IL !! "VELICIRAPTOR E GHEDINI"
VILLAPRESCRITTA – Straordinaria scoperta dei paleontologi
dell’Università di Verga Torruta, che durante gli scavi nelle colline
attorno al borgo di Pian di Fuga (frazione di Villaprescritta) hanno
rivenuto lo scheletro integro di un dinosauro carnivoro appartenente
alla famiglia dei Dromaeosauridi. Grazie all’ottimo stadio di
conservazione gli studiosi hanno potuto stabilire che l’esemplare
presenta notevoli somiglianze con il Velociraptor osmolskae, ma anche tratti comuni al Ghedini niccolensis,
creatura ben più evoluta ed aggressiva di qualsiasi altro predatore mai
esistito. Gli scienziati hanno battezzato questa particolare specie col
nome di Raptor Malorum Defensis
Nell’articolo pubblicato su Scienze e Cavilli dal
coordinatore della ricerca, la dottoressa Franca Farla, si afferma che
gli esami compiuti sull’esemplare non lasciano dubbi, il sauro è un
parente diretto dell’avvocato Niccolò Ghedini.
Le prove sarebbe molteplici e incontrovertibili. In primo luogo, in base alla conformazione ossea e alla sua composizione chimica, si può asserire che la specie in questione adottava metodi di caccia tipici del Ghedini: approfittare della posizione dominante di altri predatori di maggior stazza come il T-Rex Praeiudicatus (più noto come Tirannosauro Nano), vivendone all’ombra e cibandosi dei resti lasciati da quest’ultimo. Un comportamento simbiotico che reca vantaggi anche al T-Rex, poiché il Defensis occultava in questo modo le prove dei suo delitti, rendendolo difficilmente individuabile e perseguibile.
Le prove sarebbe molteplici e incontrovertibili. In primo luogo, in base alla conformazione ossea e alla sua composizione chimica, si può asserire che la specie in questione adottava metodi di caccia tipici del Ghedini: approfittare della posizione dominante di altri predatori di maggior stazza come il T-Rex Praeiudicatus (più noto come Tirannosauro Nano), vivendone all’ombra e cibandosi dei resti lasciati da quest’ultimo. Un comportamento simbiotico che reca vantaggi anche al T-Rex, poiché il Defensis occultava in questo modo le prove dei suo delitti, rendendolo difficilmente individuabile e perseguibile.
Altro tratto in comune è il particolare artiglio centrale: il
Defensis possedeva sotto di esso una particolare ghiandola che secerneva
dell’inchiostro, usato per confondere le creature sue nemiche con
complicati arzigogoli, privi di significato reale, ma efficaci nel farle
desistere.
Con tali caratteristiche la vita del dinosauro non poteva essere che agiata e confortevole. Privo di scrupoli, forte con i deboli e debole con i forti, il Defensis approfittava dell’interazione col già citato T-Rex Nano per ottenendo lauti pasti che difficilmente avrebbe potuto procurarsi con le sue sole forze.
Con tali caratteristiche la vita del dinosauro non poteva essere che agiata e confortevole. Privo di scrupoli, forte con i deboli e debole con i forti, il Defensis approfittava dell’interazione col già citato T-Rex Nano per ottenendo lauti pasti che difficilmente avrebbe potuto procurarsi con le sue sole forze.
La scoperta getta un ulteriore fascio di luce su quello che ancora
rimane un mistero: da quali spregevoli, grandi rettili del passato
discendono gli avvocati? Laconico il commento del diretto interessato:
“Ma va’ là!”.
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