TEXAS : "GIUSTIZIATO L'UOMO " CHE SCUREGGIAVA IN ASCENSORE
Dopo 10 anni nel braccio della morte, venerdì scorso è arrivato il
capolinea per Jason T., quarantatreenne di origini messicane che ha
trascorso gli ultimi tredici anni nel carcere federale di Beaumont in
seguito a numerose denunce per “atti sconsiderati in luoghi chiusi”.
L’uomo era infatti accusato di liberare i propri gas intestinali in
luoghi angusti e senza possibilità d’uscita immediata, come ascensori e
taxi.
Solo con un tenace lavoro investigativo e l’accurato studio di
filmati di sorveglianza la polizia è riuscita ad accertare l’identità
dell’accusato, mentre il detective John Herbert Esposito – di madre
texana e padre di Bagnoli – portava alla luce il suo modus operandi.
Pare che Jason liberasse il proprio intestino in presenza di altre due
persone e, grazie ad una notevole capacità dialettica, riuscisse sempre a
convincere uno dei due della sua innocenza, accusando il terzo che
spesso, umiliato e deriso, si abbandonava ad un pianto disperato.
Una vera e propria ossessione quella di Jason, capace di ripetersi
dalle 4 alle 12 volte in un giorno solo, passando da una città
all’altra. E proprio quando il processo a suo carico stava per chiudersi
incredibilmente con l’assoluzione dell’uomo e l’incarcerazione di tutti
i querelanti, Jason commetteva il suo unico e fatale errore: nella
piccola anticamera videosorvegliata del tribunale, in attesa
dell’apertura della serratura automatica, si liberava di tutta la
tensione delle udienze accusando poi una delle due guardie che lo
accompagnavano. Ma grazie a sofisticate telecamere termografiche in
grado di rilevare anche la minima fuoriuscita di calore, la polizia ha
finalmente inchiodato l’uomo dando una svolta immediata e drastica alla
sentenza.
Durante la permanenza in prigione Jason ha abbracciato la religione
buddista ed ha più volte chiesto pubblicamente scusa alle sue vittime,
sottolineando di essere diventato un’altra persona. Il radicale
mutamento dell’uomo è ben riassunto nel testo autobiografico pubblicato
proprio l’anno precedente all’esecuzione, dal titolo “Cambio aria”
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