PRATO: ELETTRICISTA FOTOGRAFATO DA UNA DUEVENNETI!!! CREDE DI ESSERE FABRI FIBRA"
Prato – La vita di Teofilo Salimbeni (29 anni) è cambiata
radicalmente da quando, circa una settimana fa, è stato folgorato da una
scarica elettrica dopo aver messo due dita in una presa da 220 volt
durante un intervento di routine in una ditta cinese.
Da allora, infatti, il ragazzo crede di essere il celebre rapper
Fabri Fibra. Secondo i medici ciò sarebbe avvenuto perché la radio
attaccata alla corrente che si trovava in ditta stava suonando un pezzo
del cantante italiano nell’istante dell’incidente. Il danno potrebbe
essere permanente. Quello alla ditta, crollata nell’incendio
conseguente, lo è di sicuro.
La moglie è disperata: “Oramai non mi riconosce più, dice che sono Laura Chiatti – afferma piangendo -
e che non me lo vuole dare perché deve lavorare, nonostante passi le
giornate a provarsi scarpe e vestiti di tre taglie sopra. E cappellini!
Quegli stupidi cappellini!!”. Teofilo, durante la nostra
visita, appare in evidente stato confusionale, e non solo per il suo
nome: sembra che si esprima solo in rima, con cose tipo “sono un ceffo serio / non mi volere male / io dico ciò che penso / non sono commerciale”.
Naturalmente i gusti musicali del giovane sono radicalmente cambiati.
Sul muro dove prima c’era un poster gigante dell’album “The dark side
of the moon” dei Pink Floyd, ora compare un murales giallo e blu con la
scritta BellaRaga. Come se non bastasse, in determinati
momenti della giornata Teofilo inizia a ridere sguaiatamente, puntando
il dito verso chiunque gli sia vicino, urlando parole come“sono tanta roba! Tanta Roba! Rrobba!”.
Dopo una giornata passata ad osservare Teofilo che manda a fare in
culo i Club Dogo, la moglie ci accompagna alla porta, confidandoci che
proverà a fargli prendere un’altra scossa mentre per radio passa Biagio
Antonacci. Mentre ci congediamo, per le scale sentiamo partire
l’ennesimo litigio in versi: “Nella mia casa dico il cazzo che mi
pare / il cazzo che mi pare / il cazzo che mi pare. / Piscio sopra i
fiori / cago sul davanzale”.
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