L'IDEATORE DELLE PAGINE DI FACEBOOK !!! "QUELLI ALGORITMI ME LI HA DATI SATANA"
Ha fatto scalpore negli
Stati Uniti la curiosa vicenda di una casalinga della città di
Washington, Gina Nashville, che ha sporto denuncia contro il colosso del
web Facebook. Stando alle prime ricostruzioni pare che la donna,
navigando sul famoso social network, una volta messo il like ad un link
del Superbowl, si sia vista apparire nel riquadro delle pagine simili
rispettivamente: l’official page di Adele, il fake di Corrado Augias,
RIP Micheal Schumacher e la pagina ‘A favore della diffusione
dell’eritropoietina nel ciclismo infantile’.
Sorpresa ed incuriosita
di scoprire il nesso tra Adele e ed il Football americano ha
inopportunamente deciso di aggiungersi alla pagina e di ascoltare la
bellissima “Someone like you” e così, avvolta dalle vibranti emozioni
trasmesse dalla melodia, ha schiacciato ancora un like generando altre 4
pagine simili del calibro di Chuck Norris fans, Amsterdam, tutti i
Curatolo del mondo in un unico gruppo e Sepultura. Ha continuato così
per circa 38 ore consecutive, fermata solo dalla sua cronica sindrome
del tunnel carpale. Fin qui nulla di strano, ma pochi giorni dopo,
durante l’inaugurazione di un Fast-food nei pressi della Stazione, ha
aggredito il presidente Obama scambiandolo per Magdi Allam. “Sporco
traditore! Perché te la prendi con il Santo Padre!?” gli ha urlato in
preda ad una crisi d’identità che le aveva fatto dimenticare per qualche
istante di essere una fedele adepta della Chiesa missionaria del Copimismo.
Portata nell’ospedale più
vicino per accertamenti, è stata presa in cura da un team di
neuropsichiatri guidato dal professor J. Pineapple. Il luminare ha
rivelato che episodi simili sono stati piuttosto frequenti negli ultimi
mesi: “La funzione ‘pagine simili’ di Facebook è causa di quella che
abbiamo definito ‘sindrome da ricomposizione sinaptica membrocanidoide,
che determina gravi disfunzioni nel lobo frontale del cervello, quello
che si occupa delle associazioni mentali, del riconoscimento visivo e
della voglia di gelato all’una di notte”. In altre parole, a causa
dell’uso prolungato della funzione “pagine simili”, la nostra capacità
di associare soggetti simili o riconducibili e riconoscere gli elementi
distintivi viene fortemente compromessa. Proprio per questo Pineapple
avrebbe sviluppato una sua versione personale di Facebook in grado di
sopperire a tali problematiche.
Le lamentele non sono
mancate nemmeno dal fronte degli advertising investors su Facebook, che
hanno visto vanificare tutti gli investimenti monetari a causa dei
cambi di algoritmi premestruali e che ha visto nell’ultimo semestre una
drastica riduzione del pubblico orientato: “Abbiamo speso un sacco di
soldi in questa campagna, e ci ritroviamo sommersi di messaggi di
persone che ci chiedono se le nostre marche da bollo possono asciugare
un gattino bagnato o che ci chiedono informazioni su Frank Matano”.
La polemica ha così
travolto John J. Jay ingegnere informatico ed ideatore delle “pagine
simili”, che ha scelto di costituirsi consegnandosi spontaneamente
all’F.B.I. “Quell’algoritmo – ha confessato – me lo ha dato il Demonio
in persona, comparendomi in sogno. Satana mi è apparso chiedendomi chi
mi ricordasse la sua faccia. Io ho subito risposto ‘Una caffettiera’,
poi lui ha detto che la caffettiera lo faceva pensare al Lincoln
Memorial, ed io ho continuato associandolo all’intro di batteria di
Corporal Jigsore Quandary dei Carcass. Siamo andati avanti per ore, poi
lui mi ha chiesto di trasformare quel simpatico gioco in una funzione
per Facebook”. Ora è in cura presso il Neurological Nerd Disease Center
di Palo Alto.
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