venerdì 31 gennaio 2014

ESCE COLPI DI FORTUNA !!! MONICELLI TENTA SECONDO SUICIDIO "LANCIANDOSI DA UNA NUVOLA"

ESCE COLPI DI FORTUNA !!! MONICELLI TENTA SECONDO SUICIDIO "LANCIANDOSI DA UNA NUVOLA"  

PARADISO – Già con Amici miei – Come tutto ebbe inizio il buon Neri Parenti aveva fatto adirare il povero Monicelli, che dall’alto dei cieli assisteva all’impietoso sgretolamento di uno dei suoi capolavori. Questa volta non ha retto. Dopo anni di Checco Zalone e Christian De Sica, uno dei padri fondatori della commedia italiana ha trovato in Colpi di fortuna la fatidica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Sempre attento alle nuove proposte cinematografiche del Bel Paese, il famoso regista discute spesso con Aldo Fabrizi ed il buon Totò di quanto siano di basso livello i film comici che fanno il pieno al botteghino. Nessuna sottotrama, nessun vero e proprio umorismo, nessuna seria critica sociale.
Il gesto inconsulto è avvenuto ieri, dalla sua lussuosa camera nel reparto Suicidi per giusta causa, posta su un ricovero costruito in cima alla nuvola 33 a Paradiso Ovest. Sconfortato dalle bassezze che continuano ad imperversare quaggiù da noi e desolato dalle condizioni in cui versa il suo ex-paese, Monicelli si è lanciato giù.
Jannacci stava canticchiando una canzone di denuncia contro l’indifferenza di San Pietro sulle questioni che contano accompagnato dal buon Lucio Dalla, cercando con quest’ultimo di ambientarsi il più possibile nel nuovo luogo in cui si erano trovati. Poco lontano Gaber, intento a guardare verso il basso sghignazzando per la finale di X-Factor. L’attenzione dei tre è stata richiamata dall’urlo disperato di Monicelli, atterrato proprio vicino a loro. Fortunatamente, visto che l’anima è più leggera di una nuvola ma sostanzialmente invulnerabile agli urti, Mario si è rialzato subito, scusandosi con le famose ugole del reparto Cantanti che quel paese non meritava.
Rientrato in camera sua e sbollita la rabbia, l’artista si è messo a leggere il Decamerone, dimenticando per un secondo i problemi che affliggono l’umorismo italiano. Che ora, in fondo, non lo riguardano più.

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