I FIGLI DI PRIEBKE !!! "BERLUSCONI NON OFFENDA GLI EBREI FATTI FUORI DA NOSTRO PADRE"
MANZANARRE SUL RENO (GER) – “Nessun dubbio sulla
nostra consapevolezza dell’Olocausto, ma la misura è colma: non
accettiamo più questi continui attacchi alla memoria di nostro padre”.
Queste le parole di Jim Priebke, il maggiore dei figli del defunto
capitano delle SS, all’indomani di quello che hanno percepito come
l’ennesima offensiva pubblica alla scomoda eredità paterna.
L’antefatto va ricercato nelle parole che il noto politico, imprenditore, pregiudicato, trombeur-de-femmes e cul-de-sac Silvio Berlusconi
ha rilasciato pochi giorni fa, tracciando un parallelismo tra i suoi
figli e gli ebrei sotto Hitler. “Come se già non mi bastasse essere
stato chiamato Jim, adesso devo sentirmi umiliato pure da Berlusconi”
continua Priebke, “le cui strumentali dichiarazioni hanno il solo scopo
di attaccare l’onore della nostra famiglia. Offendendo gli ebrei,
offende anche noi”.
Parole forti, e che paiono addirittura insolite nella
loro vicinanza al popolo ebraico. “Macché” precisa Priebke, “il punto è
che qui in Patria siamo diventati una barzelletta! Se gli ebrei sono
come i figli di Berlusconi, perché non soffocarli sotto una montagna di
veline e calciatori, invece di usare i forni? E le lascio immaginare le
altre battute. Mio padre non ha mai avuto a che fare con le mignotte! Ha
dovuto combattere, imbracciare il mitra, prendere la mira, girare la
manopola del gas, e per cosa? Per poi subire un processo a causa di
qualche Piersilvio e qualche Barbara? Allora sì che l’hanno condannato
ingiustamente. Gli ebrei erano gente tosta e scaltra, mica come quegli
smidollati dei rampolli di Berlusconi. E oltretutto a mio padre
piacevano anche: al pranzo della domenica ci portava sempre un vassoio
di tartine col paté di ebreo”.
Dunque, mentre la polemica in Italia continua a
montare, congestionata da moti di indignazione e rettifiche frettolose,
l’onda della protesta dei Priebke rischia di trasformarsi in un altro
tsunami per Berlusconi, mai a suo agio nel rievocare il Terzo Reich. “Se
fosse esistito, certo. Ma sappiamo che non è così” conclude Priebke. “E
può sembrare che io abbia appena contraddetto i presupposti di questa
intervista, ma mamma e papà ci hanno educati sin da piccoli a
considerarci spiritualmente italiani. A proposito, ne vuole sentire una
carina sull’Olocausto?” "Stefano Caao, che in antico significa "colui che si chiama Stefano
Cago", nasce nel 1981, ma i genitori verranno assolti in appello solo
dieci anni più tardi, con l'obbligo di non farlo mai uscire di casa.
Sogna di diventare un giornalista televisivo, e per questo allena
quotidianamente i propri polmoni a gridare le peggiori volgarità. Preda
di una costante depressione, si vendica della felicità altrui scrivendo sondaggi
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