LO SPELLING DIVENTA INTERNAZIONALE? "E DOMODOSSOLA FA RICORSO"
DOMODOSSOLA – “Il fatto è che l’indotto turistico per la nostra città
è di importanza vitale”: così il Sindaco di Domodossola commenta alla
stampa la proposta di Bruxelles di adottare un’ unica computazione (lo
spelling telefonico) europea.
Poco distante dal bar dove parliamo col sindaco amareggiato,
bancarelle di magliette (‘D di Domodossola’, ‘ti faccio lo spelling’…),
souvenir in pregiato legno della val d’ossola, cornici e posaceneri a
forma di “D”. Ma in base al nuovo protocollo previsto, tutto ciò rischia
di sparire. E noi ci abitueremo a dire “D di Delta”.
“Gli occupati nel settore della ‘D’ sul suolo comunale sono circa
4500 (un quarto della popolazione. ndr)” sottolinea il primo cittadino,
“e molte sono le aziende sul territorio che sul marketing della lettera
di Dante hanno costruito una tradizione industriale e familiare”.
“E’ un fatto di identità e di storia che non ha senso sradicare” si
unisce al coro il sindaco di ‘E’ di Empoli, che dalla Toscana ci ha
raggiunti per fare fronte comune. “A Firenze o Roma certamente poco
importerà di questo cambiamento, ma per noi è stato un fulmine a ciel
sereno”.
Mentre tra gli abitanti domina lo sdegno, in attesa di sapere se e
quando la norma europea entrerà in vigore, i turisti riempiono la
memoria delle proprie fotocamere di ritratti accanto al cartello
stradale con la ‘D’ di Domodossola. Prima che sia troppo tardi.
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