INDIGENI CANNIBALI FUGGONO: " PER EVITARE L'INTERVISTA DI BARBA DURSO"
Amazzonia – “Indigeni: la loro giustizia fatta di stupri, omicidi e
cannibalismo è comunque da considerarsi umana?” Questi i dubbi che hanno
spinto l’irrefrenabile Barbara D’Urso a tirare fuori bermuda e spray
anti-zanzare per spingersi fino alla profonda ed inesplorata foresta
amazzonica. La nostra eroina ha raggiunto, risalendo il Rio delle
Amazzoni dal paesino di Leticia, la popolazione dei Chenchama, cogliendoli
di sorpresa mentre erano intenti a mangiare un feto appena estirpato
dal ventre della madre (rito pagano che nella loro lingua viene indicato
con ‘snuff’, l’equivalente della nostra colazione). Forse disgustati
dallo sguardo affranto della popputa giornalista, o forse colpiti dal
ricordo indelebile dell’esperienza vissuta con Barbareschi una trentina
d’anni prima, gli indigeni sono scappati a gambe levate per evitare
qualsiasi contatto con la pericolosa Barbara.
Una corsa spericolata dentro i meandri della foresta più selvaggia al
mondo. In fuga i disperati ed inorriditi cannibali, all’inseguimento
l’implacabile D’Urso e la sua troupe (comprendente il cameramen Ruggero
Deodato, la guida del luogo Riz Ortolani, una mignotta di nome Shanda,
un topo muschiato, un maialino nero ed una tartaruga). La fuga è
terminata una decina di giorni dopo, quando l’intera popolazione Chenchama
si è rifugiata all’interno di alcune capanne disabitate ed ha appiccato
il fuoco, preferendo estinguersi in massa con un incendio, piuttosto
che rispondere alle domande di Barbara D’Urso.
“E’ un vero peccato non aver potuto intervistare gli indigeni
per approfondire temi sociali importanti come il cannibalismo e gli
impalamenti, così cari alle persone che mi seguono da casa. Ma la
sofferenza che ho visto in quei giorni era troppa per non essere
mostrata”. La vicenda e’ stata infatti completamente ripresa
dalla videocamera di Ruggero, e ne è stato tratto un servizio di circa
due ore dal titolo di ‘The Green Inferno’.
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