martedì 16 luglio 2013

NASCE IL PRIMO CENTRO DI RECUPERO: "PER MALATI DI TUNING"

NASCE IL PRIMO CENTRO DI RECUPERO:  "PER MALATI DI TUNING" 

E’ stato inaugurato, poco lontano da Alberobello, il primo centro di recupero per persone con problemi di tuning, la nociva moda di attruzzare l’auto con gadget di ogni tipo. Una psicosi dilagante tra i giovani (ne viene colpito un italiano su venti) che comporta grandi sacrifici economici e perdita inconsapevole di dignità.
Il centro, un vero gioiello d’avanguardia, è gestito dal Prof. Zarri, che offre ai pazienti in cura un’innovativa terapia d’urto con un supporto psicologico costante, oltre a un percorso di rieducazione con corsi differenziati come Galateo della Carrozzeria, Neoclassicismo del Cerchio in Lega, Fisica degli Oggetti Appesi allo Specchietto e Nozioni Basilari sull’Illuminazione Stradale. Zarri spiega: “Chi fa tuning è sostanzialmente un diverso, non accetta l’etichetta di tamarro, gli va stretta;  aspira al titolo di capo supremo dei coatti, ed una volta giunto nello stadio finale della dipendenza non si accontenta più di esprimerlo tramite il proprio atteggiamento, ma usa l’auto come un prolungamento di alcune parti del suo corpo”.
Per conoscere meglio questa patologia abbiamo incontrato uno dei  truzzi di Alberobello, Gino Provinciale, coatto pluridecorato tra i primi in cura dal dott. Zarri: “All’inizio ti senti figo, un duro, poi vedi che anche gli altri vanno dal carrozziere a montare l’alettone. Allora corri dall’elettrauto e ti fai impiantare delle luci blu, ma nel giro di una settimana la tua città sembra una pista per Ufo.  Via via si entra in una spirale di colore, sino a che un giorno ti trovi ad impiantare il Nos nella Bravo solo perché il figlio del macellaio, avendo arricchito la senza piombo di torio e cesio, aveva toccato i 290km orari con la sua Seat Marbella color RedBull e gli interni in barbagianni, ed era pure fluorescente! Solo a quel punto mi sono deciso a chiedere aiuto. Ora, grazie alla terapia, sono tornato a valorizzare le cose semplici della Fiat, quando sento i cigolii penso ad un pulcino chiuso nel carburatore. E vedo il mondo senza i vetri oscurati”.

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