RUZZLE : NON GLI ACCETTA PAROLA "MINACCIA UNA STRAGE "
LAVAGNA – Epilogo drammatico e inaspettato al Campionato Nazionale di
Ruzzle. Uno dei finalisti, Lino Paro, ha preso in ostaggio gli
organizzatori e parte del pubblico, minacciando gesti eclatanti se non
gli sarà riconosciuta la vittoria del torneo.
Lino Paro – 26 anni, dottorando in Filologia Romanza – fino a un paio
di mesi fa non aveva mai usato un touch screen né aveva mai sentito
parlare di Ruzzle. Vedendo un suo amico impegnato in una partita, gli ha
chiesto di provare a comporre qualche parola e in pochi secondi ha
superato i mille punti. Da allora la sua vita è cambiata: ha comprato un
iPad usato e ha iniziato a sfidare tutti senza mai perdere una partita.
In breve è diventato un giocatore compulsivo: non si stacca dal suo
tablet neanche per andare in bagno e le sue sedute sulla tazza del water
sono diventate interminabili.
Si è quindi iscritto al Campionato Nazionale a Lavagna, preparandosi
al ritmo di trecento partite al giorno e studiando quotidianamente il
vocabolario. Nei primi incontri ha dominato gli avversari sfoderando
termini come MIRMILLONE (una categoria di gladiatori), VALETUDINARIO
(cagionevole di salute), GUIDERDONE (ricompensa), GROMMA (incrostazione
lasciata dal vino dentro una botte) e BALOGIO (fiacco, poco brillante).
Ha compiuto una cavalcata trionfale fino alla finalissima. Qui ha
vinto la prima manche ma poi, provato dalle migliaia di partite delle
ultime settimane, ha perso la seconda e ha iniziato malamente la terza.
Sentendo i terribili rintocchi degli ultimi secondi con trecento punti
di svantaggio si è sentito perso, ma di colpo ha visto la luce: sul
tabellone c’era la parola SCHICCHERA (schiocco di pollice e indice),
ammessa l’anno scorso nel dizionario. Mentre col dito sfiorava le
lettere piene di 2L, 3L, 2W e 3W, Paro tremava per l’emozione. Ma una
volta finito di scrivere ha atteso invano il suono della parola valida,
sentendo solo il rintocco finale che decretava la sua sconfitta.
A questo punto è esploso rivendicando il suo successo: “SCHICCHERA è
una parola valida! Voglio che mi sia riconosciuta!”. I giudici di gara,
regolamento alla mano, si sono rifiutati di convalidare il termine e
Paro, trasfigurato dalla rabbia, ha chiuso a chiave lo stanzone della
finale e preso in ostaggio i presenti. Rivendica la vittoria del torneo e
la sua incoronazione a campione italiano, altrimenti minaccia di
compiere una strage.
Alla Farnesina il Ministro degli Esteri Emma Bonino è già stata
allertata. Tramite l’ambasciata svedese sta negoziando con Stoccolma,
dove ha sede la Mag Interactive, azienda creatrice del gioco: a nome
della Repubblica Italiana sta facendo pressione per la convalida
retroattiva di SCHICCHERA, per risolvere questa difficile emergenza.
Nel frattempo uno degli spettatori è riuscito a fuggire e ha rivelato
che il Paro sembra essere disarmato, ma che da quando ha scoperto
Ruzzle due mesi orsono indossa lo stesso paio di vecchie All Star e gli
stessi calzini di spugna e, se le sue richieste non saranno accolte,
minaccia di togliersi le scarpe.
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