CARDIO CHIRURGO : RIFIUTA IL TRAPIANTO A UN LEGHISTA! "IL CUORE VA DATO AD UN ITALIANO"
Un paziente leghista in grave pericolo di vita, colpito da infarto,
si è visto rifiutare il trapianto perché, a detta del cardiochirurgo che
lo avrebbe dovuto operare, il cuore doveva andare a un italiano.
Secondo la notizia, riportata da Il Gazzettino del Ghebbo, il
medico ha quindi firmato un nullaosta per il trasferimento del paziente
in Padania per mettersi lì in lista d’attesa. Un trasferimento
impossibile non solo in quanto l’uomo era tenuto in vita dalla macchina
della circolazione extracorporea ma anche per la difficoltà di
individuare la nazione sopra indicata.
Come riporta Il Gazzettino:
La vicenda ha creato un vero e proprio incidente diplomatico tra
l’Azienda ospedaliera Ghiscari e l’Asur 4 di Porto Bianco (An) (dove il
leghista si era fermato per smaltire nel fiume Nevola degli scarti
industriali della sua azienda), perché Graziano Federici, il
cardiochirurgo chiamato per decidere sul trapianto, alla domanda
schietta e irritata del collega veneto: «Perché non lo operate voi?»,
avrebbe risposto testualmente che, “stando alle indicazioni del Centro
Italia Transplant, i cuori degli italiani vanno dati di preferenza agli
italiani. Se volete ne ho uno di cinghiale”. Vera o meno che sia questa
versione, che peraltro ha fatto il giro dell’ospedale Ghiscari, il fatto
è che un medico, chiamato a prendere in carico un paziente per il
trapianto, invece di stabilire con i colleghi tempi e modi
dell’operazione, ha scritto nero su bianco nella sua consulenza che il
leghista poteva tornarsene in Padania.
Il leghista, di cui non si conosce il nome ma solo l’etnia, leghista,
per fortuna alla fine ha avuto il trapianto ad Approdo del Re, nella
Padania del Nord, e adesso sta bene, cioè, bene… è tornato come prima.
La vicenda rimane comunque davvero sconcertante e difficile da credere, ancor di più perché coinvolge un medico che per definizione dovrebbe salvare le vite umane indipendentemente dal sesso, dalla religione, dall’etnia e dall’alito.
La vicenda rimane comunque davvero sconcertante e difficile da credere, ancor di più perché coinvolge un medico che per definizione dovrebbe salvare le vite umane indipendentemente dal sesso, dalla religione, dall’etnia e dall’alito.
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