ALLARME UNESCO : CITTÀ D'ARTE DETURPATE DAI PANTALONI A PINOCHIETTO
PARIGI – “È ora di dire basta!”. Ha i nervi a fior di pelle Charles
Laurentins, vicedirettore dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per
l’Educazione, la Scienza e la Cultura. È appena uscito dalla sala
riunioni in cui sono stati analizzati i dati delle statistiche relative
al 2012 e i risultati non appaiono per nulla incoraggianti.
In tutte le più celebri mete artistiche del mondo si fanno sempre più
frequenti i casi di maleducazione da parte di turisti e visitatori.
Famigerati quelli che quotidianamente funestano l’armonica bellezza
della Piazza dei Miracoli di Pisa, con orde di sedicenti mattacchioni
che fingono di reggere la torre o che addirittura si sdraiano in modo di
dare l’illusione che spunti dai loro pantaloni. Trito e ritrito anche
il repertorio in scena alle Grotte di Frasassi, quando dopo l’invito
della guida a godersi il silenzio e il buio assoluto di quel luogo
magico, una volta spente le luci, è tutto un susseguirsi di “Buuu! Sono
il fantasma”, “Ehi! Il mio portafoglio!” e l’immancabile “Chi mi ha
toccato il culo?”.
Flash di macchine fotografiche e squilli di cellulari sono ormai mali
endemici in tutti i più frequentati musei del pianeta ma ora una nuova
piaga sta imperversando tra le maggiori città d’arte, soprattutto
italiane: i pinocchietti indossati dagli uomini.
Sono infatti ogni anno più numerosi i turisti che nelle loro gite ed
escursioni scelgono di indossare i pantaloni che arrivano solo a metà
polpaccio, deturpando impietosamente le piazze e le opere che ci hanno
tramandato tanti grandi artisti del passato. “Abbiamo speso anni di
lavoro e milioni di euro per porre fine allo scempio dei sandali portati
coi calzini”, continua Laurentins, “e ora questo”.
Prima di congedarsi mestamente Laurentins trova però ancora la forza
di lanciare un ultimo, accorato appello ai turisti maschi: “Non cercherò
invano di toccare le corde del vostro altruismo e del sentimento del
vivere civile, però, vi prego, prima di lasciare la vostra stanza
d’albergo specchiatevi con mooolta calma e chiedetevi: sono davvero
davvero davvero convinto di stare bene con questi pantaloni? Se dite sì
siete in malafede”.
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